CAMPIONI A FIRENZE

OLEG BLOCHIN

Di Ruben Lopes Pegna

 

Quasi tutte le stelle del calcio mondiale hanno giocato allo stadio di Firenze, l’attuale Artemio Franchi, prima denominato Comunale e prima ancora Giovanni Berta. Alcuni di questi campioni hanno vestito la maglia della Fiorentina, altri sono stati avversari della Fiorentina nel campionato italiano o nella Coppa Italia, oppure in gare ufficiali o amichevoli a livello internazionale. Altri ancora ancora sono stati a Firenze con le rispettive nazionali in partite contro quella italiana. Alcuni, poi, si sono esibiti allo stadio di Firenze durante i campionati del mondo del 1934 e del 1990 e durante i campionati europei del 1968, organizzati dall’Italia (nessuna gara degli Europei del 1980 in Italia fu, invece, giocata all’allora Comunale).
Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo diversi di questi campioni del calcio mondiale, tra i quali Oleg Blochin.

Oleg BLOCHIN

Blochin nasce il 5 novembre 1952 a Kiev, allora Unione Sovietica. Indossa la maglia numero undici ma è un’ala sinistra atipica. Non è un attaccante puro ma un trequartista, dotato di grande fantasia, che parte dalla fascia sinistra. Gioca per la maggioranza della propria carriera nella Dinamo di Kiev. Dal 1969/70 al 1987/88 colleziona complessivamente 433 gettoni di presenza, realizzando 211 reti. Nel 1988/89 milita nel Vorwarts Gratz, giocando 41 gare e segnando 9 reti. Chiude la carriera da giocatore nel 1989/90 nell’Aris Limassol con cui disputa 22 incontri, siglando 5 gol. Inoltre gioca 112 partite con la Nazionale, realizzando 42 reti. Con la Nazionale si aggiudica due bronzi olimpici, nel 1972 a Monaco e nel 1976 a Montreal. Blochin conquista tutti i trofei con la Dinamo Kiev. Vince otto titoli dell’Unione Sovietica: nel 1970/71, nel 1973/74, nel 1974/75, nel 1976/77, nel 1979/80, nel 1980/81, nel 1984/85 e nel 1985/86. Si aggiudica la Coppa dell’Unione Sovietica cinque volte: nel 1973/74, nel 1977/78, nel 1981/82, nel 1984/85 e nel 1986/87. Vince tre Supercoppe dell’Unione Sovietica: nel 1981, nel 1985 e nel 1986. In Europa conquista due Coppa delle Coppe nel 1974/75 e nel 1985/86 e la Supercoppa europea nel 1975. Si laurea capocannoniere dell’Unione Sovietica cinque volte: nel 1971/72, nel 1972/73, nel 1973/74, nel 1974/75 e nel 1976/77. Nel 1975 conquista il Pallone d’oro.

La prima volta che vedo dal vivo Blochin è in una partita amichevole tra la Fiorentina e la Dinamo Kiev giocata il 13 novembre 1977. Ho già assistito, in curva Fiesole, a una sfida tra le due squadre mercoledì 26 novembre 1969. E’ la gara di ritorno degli ottavi di finale di Coppa dei Campioni finita 0-0 che qualifica la Fiorentina ai quarti di finale grazie al successo per 2-1 all’andata con gol di Chiarugi e Maraschi. Allora il diciassettenne Blochin che fa parte della rosa, però, non gioca.

Rivedrò dal vivo la Dinamo Kiev altre due volte in partite ufficiali. Mercoledì 22 novembre 1989 allo stadio Renato Curi di Perugia, dove la Fiorentina disputa le partite casalinghe di Coppa Uefa, i viola di Bruno Giorgi, nel match d’andata degli ottavi di finale, vincono 1-0 contro la formazione di Lobanosky grazie ad un rigore trasformato da Baggio (con lo 0-0 nel ritorno a Kiev la squadra gigliata si qualifica per i quarti di finale). Giovedì 23 aprile 2015 allo stadio Franchi, invece, la Fiorentina affronta la Dinamo Kiev nella gara di ritorno dei quarti di finale di Europa League. Dopo l’1-1 dell’andata la squadra di Montella vince 2-0 grazie ai gol di Gomez e Vargas e si qualifica per le semifinali.

Dopo questa lunga parentesi sugli incontri ufficiali tra le due squadre, ritorno alla partita tra la Fiorentina e la Dinamo Kiev guidata da Valerij Lobanovsky, che si disputa allo stadio Comunale di Firenze domenica 13 novembre 1977, durante la sosta del campionato tre giorni prima della gara di qualificazione ai mondiali del 1978 che la Nazionale di Bearzot giocherà a Wembley contro l’Inghilterra (gli azzurri perdono 2-0 ma si qualificano ugualmente). Piove ma non fa troppo freddo considerando la stagione, quando arrivo in Maratona una decina di minuti prima dell’inizio del match (alle 14.30). All’epoca, però, sugli spalti si possono portare anche gli ombrelli grandi che riparano dalla pioggia. C’è poca gente, perché le partite amichevoli, durante la stagione, attirano poco pubblico, anche se nelle file della Dinamo Kiev gioca Blochin che appena due anni prima ha conquistato il Pallone d’oro. Alla fine gli spettatori paganti risultano meno di cinquemila.

La partita tra le due squadre si disputa nell’ambito delle manifestazioni della “Settimana Ucraina” (l’Ucraina è una delle repubbliche dell’Unione Sovietica e diverrà stato indipendente solo nel 1991) che si svolge a Firenze, per celebrare i dieci anni di gemellaggio tra la città più bella del mondo (tale per me è Firenze) e Kiev. Per questo incontro con la Dinamo Kiev, che da una decina di giorni ha conquistato per la nona volta il titolo di campione dell’Unione Sovietica, l’allenatore viola Carletto Mazzone deve fare a meno di Antognoni, impegnato con la Nazionale ma anche del terzino sinistro Rossinelli e dello stopper (uno dei due difensori centrali di oggi) Della Martira. Il tecnico romano schiera questa formazione: Carmignani; Tendi, Zuccheri (Di Gennaro dal 69′); Pellegrini, Galdiolo (Marchi dal 69′), Orlandini (Braglia dal 64′); Caso (Casarsa dal 46′), Gola, Prati, Sacchetti, Desolati (Sella dall’81’).

Oleg BLOCHIN

Nel primo tempo la Dinamo Kiev domina l’incontro e, in un paio di occasioni, Blochin si divora il gol a due passi dalla porta di Carmignani. Il numero undici sovietico fa sfoggio della sua immensa classe, con alcune giocate da autentico campione. La sua velocità è impressionante così come i dribbling nello stretto che mettono più volte in difficoltà i difensori viola. Inoltre, in un paio di occasioni, tira in porta. Ma, per fortuna della Fiorentina, quel giorno le sue conclusioni, di solito precise, finiscono fuori. L’occasione più ghiotta della partita ce l’ha, però, la Fiorentina grazie a un calcio di rigore concesso dall’arbitro Lapi per un fallo di Bessonov su Desolati. Sul dischetto va Prati ma il suo tiro è centrale e il portiere sovietico Jurkovsky devia il pallone in calcio d’angolo. Il primo tempo si chiude così con il risultato di zero a zero. Nella ripresa, però, la Dinamo Kiev parte subito forte e, dopo un minuto, Losinsky con un gran tiro da trenta metri porta in vantaggio la formazione sovietica. La Fiorentina accusa il colpo e al 5′ subisce il secondo gol. L’azione la imposta Losinsky. Sul suo passaggio Blochin di testa fornisce un assist perfetto per Kolotov che, a porta vuota, batte Carmignani. La squadra di Mazzone, pur con tanti giovani in campo, reagisce e al 20′ con Desolati, il migliore dei viola, accorcia le distanze. Il numero undici gigliato scarta tre avversari e di esterno destro realizza un eurogol. I due numeri undici, Blochin e Desolati, ricevono applausi a scena aperta dal pubblico del Comunale. Nel finale Mazzone opera altri cambi. L’allenatore romano, con la squadra in lotta per non retrocedere (nelle sette giornate di campionato disputate la Fiorentina non ha ancora vinto una partita; ne ha pareggiate tre e perse quattro), pensa alla sfida della domenica successiva allo stadio Comunale con il Vicenza di Paolo Rossi (i viola perderanno 3-1). La Dinamo Kiev si limita a controllare il match ma, a due minuti dalla fine, va ancora a segno grazie a Berezinoi che batte Carmignani con un tiro rasoterra. La partita finisce qui, con la vittoria della Dinamo Kiev per 3-1. Esco, però, dallo stadio soddisfatto. La Fiorentina ha tenuto testa, nonostante l’assenza del suo giocatore più importante, ovvero Giancarlo Antognoni, ai campioni dell’Unione Sovietica. Blochin, uno dei giocatori all’epoca più forti del mondo, ha fatto vedere grandi giocate che mi hanno davvero entusiasmato. Mi auguro di poterlo ammirare di nuovo dal vivo. La mia speranza diventa realtà a distanza di sette anni da quel piovoso pomeriggio di novembre.

Oleg BLOCHIN con la Dynamo Kiev

La seconda volta che vedo dal vivo Blochin è ancora in una partita amichevole giocata allo stadio Comunale di Firenze tra la Fiorentina e la Dinamo Kiev di Lobanovsky, durante la sosta del campionato per la partita che la Nazionale di Bearzot ha giocato il giorno prima a Pescara contro la Polonia (successo azzurro per 2-0 con reti di Altobelli e dell’ex viola Di Gennaro). Quando domenica 9 dicembre 1984 entro allo stadio un quarto d’ora prima dell’inizio della partita (in programma alle 14.30) sugli spalti c’è poca gente. Gli spettatori alla fine sono meno di cinquemila. Davvero pochi, considerando che nelle file degli avversari c’è un “pallone d’oro”, ovvero Blochin. Ma il pensiero dei tifosi va piuttosto alla sfida con la Juventus che giocherà a Firenze la settimana successiva. E’ una splendida giornata di sole e il clima è accettabile, considerando che siamo a dicembre. In Maratona, da dove assisto al match, si sta davvero bene. Nella Fiorentina ci sono molti assenti. Mancano Galli, Contratto, Socrates, Pulici oltre ad Antognoni che, purtroppo, salterà l’intero campionato. L’allenatore viola Giancarlo De Sisti manda in campo la seguente formazione: Paolo Conti; Gentile, Carobbi (Moz dal 46′, Olivari dal 72′); Oriali, Pin (Pascucci dal 73′), Passarella; Massaro (Monelli dal 46′), Bortolazzi, Cecconi, Pecci (Occhipinti dal 46′), Pasquale Iachini (Labardi dal 73′). Tra i panchinari l’unico a non giocare neanche un minuto è il diciassettenne portiere Mareggini. Nella Dinamo Kiev con la maglia numero undici c’è naturalmente Oleg Blochin. La partita inizia subito a ritmi alti, imposti dalla formazione sovietica. Dopo quattro minuti Blochin batte un calcio d’angolo. La parabola è perfetta e Kussnetsov di testa segna il gol dell’1-0. Blochin si muove molto, partendo da sinistra. Poi, però, quando stringe al centro va subito al tiro. Gentile, designato da De Sisti alla sua marcatura, soffre. Al 19′, Blochin scatta sul filo del fuorigioco e batte Conti in uscita. E’ la rete del 2-0. La Fiorentina è in bambola e non è in grado di reagire. Il primo tempo non offre altre particolari emozioni ma la differenza di tasso tecnico tra le due squadre è davvero notevole. Il pressing della Dinamo Kiev è asfissiante e quando alza i ritmi del gioco per i viola sono dolori. Alla Fiorentina mancano, poi, troppi titolari contro una formazione che ha tra le sue fila un autentico fuoriclasse come Blochin che a trentadue anni è ancora in grado di fare la differenza. All’inizio della ripresa De Sisti comincia a pensare alla sfida con la Juventus e lascia negli spogliatoi Pecci, Massaro e Carobbi. Il divario tecnico tra le due formazioni aumenta ancora. La Dinamo Kiev al 9′ cala il tris con un gol di testa di Stevuscenko.

Lo scarso pubblico presente sugli spalti comincia a mugugnare. Piovono anche i fischi. Non da parte mia, però, perché non ho mai fischiato né fischierò mai chi indossa la maglia viola. Però, capisco la rabbia e la preoccupazione della gente per il futuro della squadra partita, a inizio stagione, con ambizioni di alta classifica (dopo gli acquisti di Socrates e Gentile), purtroppo non rispettate dai risultati. Blochin continua a dare spettacolo. Non sta mai fermo. Regala una serie di dribbling e di tiri da applausi. Al 26′, su un angolo battuto da lui, Pin infila Conti. E’ il gol, anzi l’autogol, del 4-0. La Fiorentina molla del tutto. La Dinamo Kiev, invece, diverte e si diverte e al 40′, dopo un’azione personale, Blochin realizza la rete del 5-0. E’ uno spettacolo autentico vederlo. Piovono i fischi quando la partita finisce, mentre i giocatori rientrano a testa bassa negli spogliatoi. Perdere per 5-0, anche se in amichevole, non è mai bello. Mentre percorro a piedi il viale dei Mille per tornare a casa ripenso alla gara che ho appena visto. Ho ammirato un giocatore stratosferico come Blochin, autore di una doppietta e di due assist che hanno provocato un gol e un autogol. Nello stesso tempo sono molto preoccupato per le sorti della Fiorentina ad una settimana appena dalla partitissima con la Juve. Certo non immagino davvero che da lì a due giorni De Sisti, il capitano della squadra che ha vinto il secondo scudetto e l’allenatore che ha sfiorato il terzo, sarebbe stato esonerato. Non ci sarà Picchio (che era stato operato per una ciste che gli comprimeva il cervello alla fine d’agosto e non stava ancora bene), sulla panchina viola, il giorno della gara con la Juventus (che terminerà 0-0) ma Ferruccio Valcareggi.

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