“Campioni a Firenze”

PELE’

di Ruben Lopes Pegna

 

Quasi tutte le stelle del calcio mondiale hanno giocato allo stadio di Firenze, l’attuale “Artemio Franchi”, prima denominato “Comunale” e prima ancora “Giovanni Berta”.

Alcuni di questi campioni hanno vestito la maglia della Fiorentina, altri sono stati avversari della Fiorentina nel campionato italiano o nella Coppa Italia, oppure in gare ufficiali o amichevoli a livello internazionale.

Altri ancora ancora sono stati a Firenze con le rispettive nazionali in partite contro quella italiana. Alcuni, poi, si sono esibiti allo stadio di Firenze durante i campionati del mondo del 1934 e del 1990 e durante i campionati europei del 1968, organizzati dall’Italia (nessuna gara degli Europei del 1980 in Italia fu, invece, giocata all’allora “Comunale”).
Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo diversi di questi campioni del calcio mondiale, anche quello che tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta del secolo scorso era considerato all’unanimità il migliore di tutti, ovvero Pelè.

Edson Arantes do Nascimiento – PELE’

Pelè, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento nato a Tres Coracoes in Brasile il 23 ottobre 1940 è stato l’unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni del campionato del mondo, nel 1958 in Svezia quando non aveva ancora compiuto 18 anni, nel 1962 in Cile e nel 1970 in Messico. La FIFA gli ha riconosciuto il record di gol realizzati in carriera, 1283, mentre in gare ufficiali ha messo a segno 757 reti in 816 incontri con una media realizzativa pari a 0,93 gol a partita.

Pelè indossava la maglia numero dieci. Era comunque un attaccante puro. Giocava con entrambi i piedi ed era dotato di un tiro forte e preciso. Era abile anche nel gioco aereo, nonostante non fosse particolarmente alto. Il suo gol di testa all’Italia (quello dell’1-0) nella finale del campionato del mondo a Città del Messico del 1970 vinta dal Brasile per 4-1 ne è stato l’esempio più lampante. La sua elevazione nella circostanza è stata davvero straordinaria.  

Pelè ha giocato soltanto in due squadre di club, il Santos (dal 1956/57 al 1973/74 quando ha deciso di ritirarsi) e i Cosmos di New York, club nel quale è approdato nel 1975, dopo un anno sabbatico, e nel quale ha chiuso la carriera nel 1977. Quando militava nel Santos è stato corteggiato da moltissime squadre europee. Ma alla fine non ha ceduto alle tentazioni miliardarie di altri club.

Anche la Fiorentina aveva provato ad acquistarlo. C’era stata una trattativa all’inizio del 1962. Il “Corriere dello Sport” del 3 marzo di quell’anno riportava la notizia di un tentativo del club viola per assicurarsi le prestazioni di Pelè con la mediazione di Julinho, il fuoriclasse brasiliano che conquistò lo scudetto con la Fiorentina nella stagione 1955-56.

A Firenze, invece, arrivò nell’estate del 1962 l’attaccante Almir, soprannominato il Pelè bianco, brasiliano anche lui. Non si ambientò mai e giocò solo il secondo tempo del primo turno di Coppa Italia a Roma con la Lazio il 9 settembre di quell’anno. La Fiorentina vinse 3-0 con i gol di Dell’Angelo, Canella e Petris. Almir fornì a Petris l’assist per il gol del 3-0. Poi, nel mercato di riparazione che allora si svolgeva a ottobre, fu ceduto al Genoa.

Pelè ha vinto con il Santos due edizioni della Coppa Libertadores, l’equivalente della Coppa dei Campioni europea per i paesi sudamericani, nel 1961/62 e nel 1962/63 e altrettante della Coppa Intercontinentale, l’attuale Coppa del mondo per club, nel 1962 e nel 1963. Sempre con il Santos ha vinto sei campionati nazionali del Brasile, nel 1961, 1962, 1963, 1964, 1965 e 1968, e cinque Taca Brasil, l’equivalente della coppa nazionale, nel 1961, 1962, 1963, 1964 e 1965. Si è aggiudicato inoltre con i Cosmos New York un Nasl Soccer Bowl Champions, uno scudetto del Nord America, nel 1977.

Pelè gioca a Firenze martedì 27 giugno 1967 in notturna. È la prima partita del torneo Coppa Città di Roma, al quale partecipano il Santos, la Fiorentina e la Roma.

Biglietto del Torneo con Santos, Roma e Fiorentina

È questa l’ultima partita in maglia viola a Firenze di Kurt Hamrin, il capitano (ma nessuno ancora lo sa), prima del suo trasferimento al Milan. Hamrin e Pelè tra l’altro si sono affrontati a Stoccolma il 29 giugno 1958 nella finale del campionato del mondo vinto dal Brasile sulla Svezia per 5-2, durante la quale il numero dieci carioca segna una doppietta.

Quando entro all’interno dello stadio Comunale di Firenze, insieme al mio papà, dopo aver salito le scale elicoidali della Maratona, il colpo d’occhio che mi si presenta è fantastico. Gli spalti sono quasi tutti i pieni. Gli spettatori paganti risultano alla fine 40.200 per un incasso di trentaquattro milioni e mezzo di lire. Il mio cuore batte forte quella sera di giugno. Sono emozionato all’idea di vedere per la prima volta dal vivo il grande Pelè. Ho tredici anni e per noi bambini, tifosi della Fiorentina, oltre che i giocatori viola – i migliori di tutti sempre e comunque – il nostro mito è il numero dieci del Santos e del Brasile, anche se lo abbiamo visto, comunque raramente, anche in televisione.

In quegli anni in cui in Italia ci sono appena due canali televisivi, rigorosamente in bianco e nero, di partite in tivù ne trasmettono davvero poche. Ma di Pelè sapevo tutto. Leggevo le sue gesta su “il Calcio e il Ciclismo Illustrato” (chiuso nel 1966 e di nuovo in edicola dal 1970 al 1973) e sullo “Sport Illustrato” (cessa le pubblicazioni in quell’anno), due prestigiosi settimanali sportivi dell’epoca, e poi su “La Gazzetta dello Sport” e su “Stadio”, ancora stampato con le pagine color verde.

Insomma una serata così la sognavo da tempo. E quel 27 giugno di cinquantaquattro anni fa, calcisticamente parlando è stato, insieme ai giorni dei successi della Fiorentina, uno dei più belli della mia vita. Per la sfida con il Santos il tecnico della Fiorentina Beppe Chiappella manda in campo dall’inizio anche i due nazionali viola, il portiere Enrico Albertosi e il mediano Mario Bertini (entrambi toscani) che due giorni prima hanno giocato a Bucarest il match con la Romania (valido per le qualificazioni al campionato europeo del 1968) vinto dall’Italia di Ferruccio Valcareggi per 1-0 grazie al primo gol di Bertini (alla sua seconda presenza) in maglia azzurra a nove minuti dalla fine.

PELE’ con Giancarlo DE SISTI (Foto FIORENZA)

Giocano così: Albertosi; Rogora, Vitali; Pirovano, Ferrante, Brizi; Hamrin, Bertini, Brugnera, De Sisti, Cosma. Nel Santos Pelè indossa, come di consueto, la maglia numero dieci. Chiappella lo fa controllare da Pirovano, il mediano (all’occorrenza anche terzino) che già in campionato ha fermato gli avversari più tecnici. Comunque, a Pirovano dà una mano anche Brugnera, il “falso nueve” per usare la terminologia di oggi. Il primo tempo regala poche emozioni. Pelè non riesce mai a rendersi pericoloso e la Fiorentina controlla l’incontro senza troppe difficoltà. Poco prima dell’intervallo, però, l’arbitro Monti di Ancona deve intervenire per ristabilire l’ordine in campo dopo uno scontro di gioco tra Brugnera e Pelè. Nella ripresa, però, le cose cambiano. Chiappella manda in campo Superchi, Diomedi, Aloisi, Manservisi e Badari al posto rispettivamente di Albertosi, Rogora, Ferrante, Hamrin e Bertini, titolari durante tutta la stagione. Pirovano, poi, comincia a sentire la stanchezza nel controllare Pelè, anche perchè la serata è particolarmente calda. Il numero dieci del Santos colpisce un palo dopo una sua punizione respinta dalla barriera.

PELE’ contrastato da Giuseppe BRIZI

È scatenato Pelè che impegna Superchi prima di testa e poi con un gran tiro. Al 25′ il numero dieci brasiliano scarta tre avversari e viene atterrato in area. L’arbitro Monti fischia il rigore. In campo si scatena un parapiglia. Toninho colpisce Rogora e, su segnalazione del guardalinee, viene espulso. Passano due minuti dal fallo su Pelè e al 27′ Carlos Alberto che tre anni dopo da capitano segnerà il gol del definitivo 4-1 nella finale del mondiale tra Brasile e Italia dal dischetto trafigge Superchi (di quella nazionale campione del mondo nel Santos oltre Pelè gioca anche Clodoaldo). La Fiorentina con l’uomo in più si getta all’attacco. Al 35′ Alessio Badari, giocatore della Reggiana in prestito ai viola per le amichevoli di fine stagione, su assist di De Sisti segna il gol del definitivo 1-1. La partita in pratica finisce lì con gli applausi alla Fiorentina e naturalmente a Pelè. Non sto più nella pelle. Sono contento, quando esco dallo stadio e mi avvio a piedi verso casa lungo il viale dei Mille.

Lando PARENTI con PELE’ ed il Cav. CARLETTI – Museo Fiorentina (Collezione Parenti)

Il numero dieci brasiliano ha regalato a tutti noi delle giocate fantastiche, degne di un fuoriclasse quale è. Ma la Fiorentina ha avuto il grande merito di fermare il più grande giocatore del mondo. E questo mi rende particolarmente orgoglioso. 
La Coppa città di Roma viene vinta dal Santos, che pareggia l’incontro con i viola e vince allo stadio Flaminio di Roma quello con la Roma per 3-1 (segnano Toninho, Pelè e Rildo per i brasiliani e Peirò per i capitolini). I giallorossi si classificano al secondo posto. Nell’ultima gara del torneo giocatasi al Flaminio il 30 giugno battono la Fiorentina, che pure era stata in vantaggio per 2-0 grazie alle reti di Bertini e De Sisti, per 3-2, con i gol di Peirò, Polselli e Schulz su rigore.

La formazione viola si piazza all’ultimo posto ma ha il grande merito di avere fermato il Santos di Pelè.

 

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