“CREATIVITA’ VIOLA”

Gabriel Omar Batistuta

di Enrico Zoi

 

Gabriel Batistuta, ovvero Il Re Leone. Già il soprannome del centravanti più forte visto a Firenze, che in campo dà sempre il massimo e dedica alla Fiorentina gli anni migliori della sua carriera, ci conduce nel mondo dello spettacolo, in questo caso nel grande cinema disneyano.

Mario Cecchi Gori e Gabriel Omar Batistuta (Foto GERMOGLI)

È noto, infatti, che Il Re leone (“The Lion King”) è un famosissimo film di animazione del 1994 (ed è proprio nella stagione 1994-1995 che Batigol va a segno per undici giornate di campionato consecutive!), diretto da Roger Allers e Rob Minkoff, prodotto dalla Walt Disney Feature Animation e distribuito dalla Walt Disney Pictures. Con un fenomeno come lui non ci possono essere mezze misure. Se cinema deve essere, cuore e testa non possono che indirizzarsi verso un altro big che più big non si può: Disney, che dire di più?

Ma con il bomber di Reconquista (altro appellativo con cui viene spesso indicato, dalla sua città natale argentina, dove – per la cronaca – nel 1936 nasce pure la scrittrice per bambini Laura Devetach), si sconfina presto anche nel campo della letteratura: l’attore, regista e scrittore fiorentino Andrea Bruno Savelli, grandissimo tifoso viola, dedica a Batistuta addirittura un romanzo, intitolato semplicemente Nove.

È il 2002, Il Re Leone ha lasciato la Fiorentina da due anni, ma un amore così grande non finisce, non può finire. Il libro di Savelli è “un delirio onirico che solo un tifoso della Fiorentina poteva immaginare. Un viaggio surreale, piacevole e divertente dentro la vita di Tommaso, un giovane tormentato dall’amore, il lavoro e, naturalmente, la Fiorentina. «Nell’estate del Duemila, quando Batistuta annunciò che avrebbe lasciato la Fiorentina, molti tifosi dichiararono che avrebbero preferito essere lasciati dalla fidanzata. Ma cosa è successo a chi è stato lasciato da entrambi?» si chiede Andrea Bruno Savelli, che nel libro racconta le peripezie di Tommaso, che scopre di diventare padre e contemporaneamente trova un lavoro e un’amante e sotto la camicia porta sempre la maglia viola numero 9. Una passione che diventa fissazione, follia, quando Tommaso è costretto a trasferirsi a Roma. Fino al punto di fargli immaginare di incontrare proprio Batistuta all’aeroporto di Fiumicino il giorno in cui deve firmare il suo nuovo contratto. Un libro che è soprattutto un tributo” (G.C., ‘Nove’ di Andrea Savelli dedicato al grande campione, “La Repubblica”, 2 gennaio 2002).

Andrea Bruno Savelli

“L’amore di Firenze – scrivo io stesso nel mio libro Firmamento Viola (Romano Editore, 2012) – è immutabile nel tempo. Basta guardare quanti tributi gli offre ogni anno il web viola per il suo compleanno: i social network si riempiono dei suoi gol. Li rivediamo: i brividi non se ne vanno, anzi, piovono dalla sua stella. Al cospetto di tale cineteca di reti, a che servono le parole?”. Una cineteca di reti, un meraviglioso film a episodi da ammirare e riammirare… non si smetterebbe mai! Tante, infatti, le emozioni e meravigliosi i ricordi che alcuni di questi goals riescono a evocare. E non solo a Firenze, ma anche, per esempio, dall’altra parte della Manica…

È il caso del londinese Ashley Hutchings, uno dei padri del folk-rock britannico, fondatore di band entrate nella leggenda. Il suo primo gruppo è quello dei Fairport Convention, che iniziano la loro attività musicale nel rock della seconda metà degli anni Sessanta, suonando al fianco di complessi e musicisti di quegli anni, quali i Pink Floyd o Jimi Hendrix. Scopre poi la musica popolare britannica, che reinterpreta con strumenti elettrici, un’esperienza musicale in cui nessuno si è mai precedentemente cimentato: è così che i Fairport Convention diventano la prima band folk-rock britannica. È il 1968/1969 (guarda caso, l’anno del secondo scudetto viola e della gestazione e nascita del piccolo Batistuta: che il nostro bassista sia un predestinato?). Al culmine della parabola, Hutchings fonda un altro grande gruppo, gli Steeleye Span, il cui repertorio pure è di musica folk-rock britannica. È un altro successo. E poi altre formazioni, come l’Albion Band e i Rainbow Chasers, i ‘cacciatori dell’arcobaleno’.

Dunque, questo grande musicista inglese è da anni un grande tifoso della Fiorentina. Ma come nasce la sua passione? È lui stesso a risponderci in un’intervista che realizziamo con lui qualche anno fa: “Insieme a mio figlio Blair, iniziammo a guardare il calcio italiano alla televisione inglese e la prima squadra che vedemmo impegnata in una partita fu la Fiorentina. Ci innamorammo subito della maglia viola e delle reti di Gabriel Batistuta, così ci dicemmo: ‘Noi faremo il tifo per la Fiorentina!’. Io e mio figlio siamo i più ferventi supporters della Fiorentina in Inghilterra. Amiamo questo club, i giocatori, i tifosi, l’Artemio Franchi’, Firenze! Siamo i maggiori fans viola!”.

Al punto che, nei concerti, Hutchings indossa spesso maglia e cappellino viola. Dati questi trascorsi, quando, nel 2004, il musicista si esibisce al Teatro di Antella, a Bagno a Ripoli, nell’àmbito della manifestazione Facciamo Canzone, l’allora vicepresidente del Viola Club ‘Niccolò Galli’ Mauro Sani gli consegna la tessera di socio onorario del club. A seguire, concerto con… maglia e cappellino viola! Che però non indossa solo quando sale sul palco a Firenze e dintorni: fatevi un giro sul web e vedrete che lo fa più spesso di quanto si pensi.

Ashley Hutchings

Potenza di Gabriel Batistuta, forza esplosiva capace di coinvolgere i cuori anche dal pur distante e algido schermo televisivo e uomo sensibile e a sua volta commosso, come accade alla Hall of Fame del Museo Fiorentina del 2014.

Rapida carrellata finale nell’Internet Movie Data Base (IMDB), una delle banche dati telecinematografiche più aggiornate e attendibili a livello planetario, che citerò spesso in questa rubrica. IMDB ci restituisce una filmografia del Re Leone densa di partecipazioni reali, non solo di ispirazioni o suggestioni!

Ben 39, infatti, le sue apparizioni televisive e cinematografiche in serie, documentari, cortometraggi e programmi vari. Ricordiamo, su tutti, proprio un documentario, il recente, bellissimo, El Numero Nueve, del 2019, di Pablo Benedetti, prodotto da Sensemedia e, associati, Mirror e Sartoria dell’Immagine (direttore della fotografia Niccolò Francolini, montaggio Alessio Focardi, musiche originali Silvia Nair Viscardini), disponibile su Amazon Prime Video, Sky, Chili e Home Video in tutti gli store. El Numero Nueve racconta la vita e la carriera di Batistuta, come si legge sul sito ufficiale, “dagli albori della leggenda fino alla sua consacrazione.

Gabriel Omar Batistuta

Nel mezzo i sacrifici, gli allenamenti, i trofei vinti con i club e la nazionale ma anche la sua famiglia, le sue scelte, una narrazione unica, introspettiva, che racconta per la prima volta, anche a lui stesso, ciò che ha vissuto prima di essere il campione che ora tutti conoscono”.

Quando dici Batistuta – in campo, al cinema, nei ricordi, nei libri, nell’accensione della passione -, hai detto tutto. Mito.

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