RITRATTI VIOLA

Alberto Orzan

di Massimo Cervelli

 

Arrivò a Firenze nell’estate del 1954. La Fiorentina lo aveva acquistato dall’Udinese assieme a Giuseppe Virgili. L’attenzione degli sportivi era tutta sul centravanti; Virgili era più conosciuto e con un elevato costo di trasferimento (75 milioni), ma pesavano, sui due atleti friulani, le parole importanti di un fiorentino d’adozione: Beppe Bigogno. L’ex viola, allenatore dei friulani, li aveva fatti esordire in serie A e garantiva per loro: erano entrambi pronti per il grande salto.

Orzan era stato addestrato e si era imposto come laterale, il mediano che ai tempi del sistema (WM) marcava una delle due mezzali ed era uno dei lati del quadrilatero di centrocampo.

Alberto ORZAN (Archivio Museo Fiorentina)

 

Alberto è nato e cresciuto a San Lorenzo di Mossa, comune che oggi si chiama San Lorenzo Isontino, dove il pallone era sempre tra i piedi dei ragazzi. Dallo stesso paese veniva Ivano Blason, otto anni in più di Alberto, uno tra i primi e migliori interpreti del ruolo di battitore libero: campione d’Italia nel 1952-53 e 1953-54 con l’Inter allenata da Foni e poi baluardo del Padova delle meraviglie allenato da Nereo Rocco. Venne scritto, in quegli anni, che fu proprio Blason a instradare Orzan nella sua carriera.

Alberto, forte come una quercia del Collio, zona collinare ai confini della Slovenia famosa per i grandi vini, mostrava grandi abilità tecniche associate ad una notevole vigoria. Queste  caratteristiche venivano accompagnate dalla velocità di pensiero che gli permetteva di essere sempre nel punto giusto.

La Fiorentina, a ventitré anni, era una grande occasione, ma anche un grosso salto nel vuoto. Nella squadra viola la mediana titolare era già stata completata: Chiappella… Rosetta… Segato!

Sarebbe riuscito a trovare un posto in squadra? A quei tempi, gli undici giocatori che entravano in campo erano gli stessi che uscivano: non c’erano sostituzioni.

Fulvio Bernardini apprezzava i buoni calciatori, ma li apprezzava ancor di più quando erano umili, modesti, generosi. L’allenatore viola era anche un ottimo giocatore di tennis e tracciava sempre una profonda demarcazione tra i due sport: a tennis si gioca da soli, nel calcio da soli non si è nessuno, tutti devono essere al servizio della squadra.

Già nel ritiro svizzero di Bulle Orzan conquistò la fiducia del tecnico e la maglia da titolare arrivò subito, alla prima giornata di campionato, il 19 settembre 1954 in Fiorentina-Catania (2-1). In una stagione in cui Segato giocò 32 partite (su 34), Rosetta 31 e Chiappella 29, Orzan giocò ben ventuno partite. Bernardini lo aveva scelto, era diventato uno dei suoi uomini. Quando c’era da sostituire qualcuno, che non fosse attaccante, la soluzione era sempre la stessa: Alberto che sapeva distruggere, ma anche costruire.

Alberto ORZAN (Archivio Museo Fiorentina)

 

Fu per questo che i tifosi, ed anche qualche critico, cominciarono a vedere Orzan come il jolly di Fulvio. L’anno dopo, con Julinho e Montuori, la Fiorentina mise finalmente a posto il suo attacco e si fece trovare pronta a dominare il campionato, incantando i pubblici di tutta Italia.

Alberto, nel girone d’andata, giocò poche partite, ma assicurò sempre un ottimo rendimento. Mercoledì 29 febbraio 1956 la Fiorentina giocò a Padova, nel recupero della seconda giornata di ritorno. Fu una battaglia. I viola vinsero (1-0), ma pagarono un duro prezzo: tanti infortuni. Capitan Rosetta, il centromediano attorno a cui ruotava tutta l’organizzazione difensiva, resterà fuori per le rimanenti quattordici partite di campionato. La domenica i gigliati giocavano a San Siro contro l’Inter, l’ultimo ostacolo verso lo scudetto. La Fiorentina vinse (3-1), mostrando la solita solidità difensiva. Orzan fu la soluzione trovata da Bernardini per sostituire Rosetta: in un anno e mezzo di allenamenti la quercia friulana aveva imparato a stare benissimo al centro della difesa. Il suo senso di posizione e la capacità di giocare di testa lo resero un validissimo difensore centrale.

Alberto da mediano a centromediano fu l’ennesima intuizione di Fulvio che portò la Fiorentina a dominare il campionato (vinto con dodici punti di vantaggio sulla seconda classificata).

Pochi mesi dopo arrivò l’esordio di Alberto in maglia azzurra: accadde l’11 novembre del 1956 a Berna in Svizzera-Italia (1-1), in Nazionale c’erano cinque giocatori della Fiorentina.

Negli anni successivi Orzan fu uno dei protagonisti della squadra che: arrivò per quattro volte consecutive al secondo posto; perse la finale di Coppa dei Campioni del 1957 a Madrid contro il Real; vinse, nel 1957, la Coppa Grasshoppers; vinse la Coppa dell’Amicizia nel 1959 e 1960, la Coppa delle Alpi nel 1961.
Nel 1960-61 dello squadrone dello scudetto erano rimasti in pochi. Beppone Chiappella aveva cominciato il suo passaggio da giocatore ad allenatore che lo tenne a Firenze fino al dicembre 1967, per tornare quando c’era da salvare la sua squadra. All’inizio della stagione giocavano Montuori, Sarti ed Orzan, poi Miguel subì l’infortunio alla testa che lo costrinse a interrompere troppo presto la sua carriera. Sarti nelle Coppe lasciava il posto ad Enrico Albertosi che si stava affermando ed era più adatto a giocare alla luce dei riflettori. Toccò ad Orzan guidare, da protagonista e capitano, la squadra che concluse la stagione 1960-61 con la doppia vittoria la Coppa delle Coppe, prima manifestazione UEFA vinta da una squadra italiana, e la Coppa Italia (2-0 alla Lazio, giocando con un’insolita maglia gialla).

Alberto ORZAN, capitano della Fiorentina riceve la Coppa delle Coppe 1961 (Foto TORRINI)

 

Ma non era ancora finita né per lui né per Giuliano Sarti: nel 1961-62 furono tra i protagonisti di una nuova appassionante lotta per lo scudetto. A sette giornate dal termine della stagione i viola erano soli in testa alla classifica. Chi guarda le classifiche finali e annota il terzo posto, non si rende conto di quanto fosse stato vicino quello scudetto…

L’anno successivo Ferruccio Valcareggi sostituì Nandor Hidegkuti sulla panchina viola e Alberto trovò pochissimo spazio in una squadra dove Piero Gonfiantini si era preso brillantemente il centro della difesa. Alberto fece i suoi ragionamenti e concluse che nuove avventure marginali non facevano per lui decidendo di chiudere la carriera dove l’aveva vissuta: a Firenze.

Proprio lui, che nei primi mesi trascorsi in città aveva difficoltà a capire cosa gli veniva detto da questa gente che si mangiava un monte di parole, era diventato fiorentino.

Un grandissimo fiorentino!

Alberto ORZAN (Archivio Museo Fiorentina)

 

Questa la motivazione con cui è entrato nella Hall of Fame Viola nel 2013, categoria giocatori.

ALBERTO ORZAN, il sogno di ogni direttore sportivo, di ogni allenatore: il giocatore totale, quello che ricopre ogni ruolo e lo fa sempre con umiltà, dedizione, coraggio e tanta affidabilità. Alberto Orzan è tutto questo ed è anche il Capitano nella storica vittoria del 1961 in Coppa delle Coppe, primo trofeo UEFA vinto da una squadra italiana. Oltre allo scudetto del 1956, alla Coppa Grasshoppers del 1957 e la Coppa Italia del 1961, Orzan colleziona tra il 1954 e il 1963, 246 presenze viola complessive e 3 reti realizzate, quattro presenze nella Nazionale maggiore.

Digita una parola e premi invio per la ricerca