“VITTORIE VIOLA”

16 giugno 1940 – Coppa Italia 1939-40

 

Dopo un solo anno di serie B la Fiorentina, vincendo il campionato 1938-39, torna in serie A. La retrocessione era stata causata, primariamente, dalle difficoltà economiche che stritolavano il marchese Ridolfi. La crisi finanziaria aveva obbligato a cedere ogni anno i giocatori migliori, sostituendoli con dei giovani. In B la squadra venne rivoluzionata, tra gli acquisti importanti (Griffanti, i fratelli Poggi, Celoria) spiccò quello di Romeo “Meo” Menti, attaccante prelevato dal Vicenza e destinato a lasciare un segno importante nel calcio italiano. Nel campionato 1939-40 la Fiorentina partì con l’obiettivo di consolidare la presenza in serie A, utilizzando come base la squadra che aveva conquistato la promozione. Tornarono due importanti giocatori che si erano affermati con la maglia viola (Giuseppe Bigogno e Arrigo Morselli) e la squadra fu rinforzata con l’arrivo del mediano Ellena, di Antona, centrocampista eclettico ceduto dall’Ambrosiana-Inter, e di promettenti giovani fra cui il centrocampista vicentino Armando Frigo, nato negli Stati Uniti. In panchina fu confermato l’austriaco Rudolf Soutschek (centro sostegno arrivato in Italia a fine carriera e diventato allenatore, oltre che produttore di vino nel Monferrato).

 

Una faticosa salvezza

Dopo la partita d’esordio tre sconfitte consecutive inchiodarono la Fiorentina all’ultimo posto, solitario, in classifica. Lo spettro di una nuova retrocessione si impossessò di una squadra che apparve anche molto sfortunata: gli infortuni di Menti (sei gol nelle prime nove giornate e nove in tutto il campionato) e di Poggi II resero tutto molto più complicato. Disastrose le partite fuori casa, nel girone d’andata sette sconfitte in sette partite. Il rendimento casalingo tenne a galla i gigliati. Alla prima giornata del girone di ritorno la Fiorentina crollò a Genova alla metà del secondo tempo, subendo tre gol in quindici minuti, un 3-0 senza appello con la squadra inchiodata al terzultimo posto in classifica. Il giorno dopo Ridolfi decise la sostituzione di Soutschek, annunciata come  temporanea, “poiché l’allenatore Soutschek trovasi attualmente ammalato”. La Fiorentina sostituì l’allenatore austriaco con Giuseppe Galluzzi, gloria del calcio fiorentino, prima nel Club Sportivo e poi nelle file viola. L’ex calciatore viola era rientrato in società, dopo aver guidato il Pontedera, lavorando con le squadre giovanili a stretto contatto con il direttore tecnico Ottavio Baccani. Galluzzi riuscì a salvare la Fiorentina e rimase alla guida della squadra fino alla conclusione del torneo 1942-43, l’ultimo prima della fine della guerra. Il regolamento dell’epoca fissava come criterio, in caso di arrivo a pari punti, il miglior quoziente reti. La Fiorentina (0,770) lo aveva nettamente più positivo delle altre squadre finite a 24 punti: il Napoli (0,634) e, soprattutto, (0,568) il Liguria che retrocesse assieme al Modena, arrivato ultimo a 22 punti. La Fiorentina, in un campionato a 16 squadre, ottenne 22 dei 24 punti tra le mura di casa, cogliendo in trasferta solo due pareggi, entrambi a Roma.

Il Calcio Illustrato n° 24 – 1940

 

La Coppa Italia

La Coppa Italia era organizzata dal Direttorio Divisioni Superiori, l’organo della FIGC preposto alla gestione delle competizioni a carattere nazionale (serie A, B, C). All’epoca non figurava nell’Albo d’Oro l’edizione del 1922 (l’anno della scissione della Lega Calcio) vinta dal Vado. La manifestazione era stata organizzata nella stagione 1926-27, ma venne interrotta (con i sedicesimi di finale in corso) per la mancanza di date in cui effettuare le partite.

Nel 1935-36 fu nuovamente organizzata per affiancare al campionato, basato sul girone unico, un torneo centrato sul sistema dell’eliminazione diretta. Alla Coppa Italia partecipavano tutte le squadre di serie A, B, C. Veniva svolto un primo sistema di eliminatorie (iniziato il 3 settembre 1939) che coinvolgeva, in forma distinta, tutte le squadre di C e alcune di B per arrivare alla selezione di 32 club che s’incontravano nel terzo turno eliminatorio. Alle sedici qualificate si univano le squadre di serie A. Gli accoppiamenti dei sedicesimi di finale venivano decisi per sorteggio, applicando il modello inglese: era possibile, fin dai sedicesimi, uno scontro diretto tra club della massima divisione.

La formula del torneo, era la partita secca, con replay a campo invertito in caso di pareggio dopo i tempi supplementari.

 

24 dicembre 1939 Sedicesimi di finale Fiorentina – Polisportiva Manlio Cavagnaro 7-1 (5-1)

Esordio facile per la compagine gigliata che gioca in casa contro una squadra di serie C. La  Polisportiva Manlio Cavagnaro altro non è che la Sestrese (società di Sestri Ponente, maglia verde con stella bianca all’altezza del cuore) a cui era stato imposto, nel 1937, di cambiare il nome per onorare un fascista locale morto nel 1921. La partita non ha storia, dopo venti minuti i viola sono già in vantaggio per 3-0. Il punteggio finale è raggiunto, con quattro gol di Penzo ed una tripletta di Antona. nonostante un secondo tempo al piccolo trotto, giocato per non infierire sul debole avversario.

 

7 aprile 1940 Ottavi di finale  Milano – Fiorentina 1-1 (1-1; 0-0; 0-0; 0-0) d.t.s.

(il 15 febbraio 1939 il Milan, che aveva già cambiato la propria denominazione da Milan Football Club a Milan Associazione Sportiva, completa l’italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano).

Nella pausa del campionato, dopo la 25° giornata, s’incontrano due squadre con differenti stati d’animo. Il Milan(o) con la vittoria sul Napoli (3-0) ha fatto un passo decisivo per non farsi coinvolgere nella lotta per non retrocedere, mentre la Fiorentina, sconfitta (0-3) in casa dall’Ambrosiana Inter, mantiene un solo punto di vantaggio sui partenopei penultimi in classifica.

La sterilità offensiva è il leit motiv della gara, sbloccata dai rossoneri grazie ad un contestato rigore. La Fiorentina pareggia quasi subito, con Antona su cross di Morisco. Le due ore di gioco passano all’insegna della noiosità: “Per lunghi tratti si è badato a colpire il pallone più forte possibile per alzarlo a candela”, scrive nella sua cronaca “Il Corriere della Sera”. Il migliore in campo è Griffanti che, dopo un difficile avvio di campionato si sta riscattando. Il portiere sfodera alcuni interventi decisivi, dando alla Fiorentina la possibilità di giocare la ripetizione del match a Firenze.

 

13 aprile 1940 Ottavi di finale  Fiorentina-Milano 5-0 (1-0)

Si gioca di sabato, con il campionato fermo a causa dell’impegno della Nazionale che domenica 14 gioca a Roma contro la Romania (2-1). Il rotondo successo gigliato è conseguenza dell’infortunio occorso al portiere Zorzan. Al quarto d’ora l’estremo difensore milanista si lanciava tra i piedi di Morisco, rimanendo contuso al volto ed alla testa. Zorzan doveva uscire di campo e trasportato all’Ospedale di Santa Maria Nuova. Andava in porta l’ala sinistra Biraghi. Con il passare dei minuti la Fiorentina accentuava la sua pressione, cogliendo il vantaggio nel finale del primo tempo. Senza storia la ripresa, i viola dilagano contro un avversario che tira i remi in barca. Questi i marcatori: 43’ Morisco, 48’ Celoria, 60’ e 70’ Baldini, 89’ Antona. Positive le condizioni del portiere milanista ritenuto fuori pericolo.

 

28 aprile 1940 Quarti di finale  Fiorentina-Lazio 4-1 (2-1)

La serie A si ferma per due domeniche, in preparazione di Italia-Germania del 5 maggio. Il sorteggio concede alla squadra viola il vantaggio del campo. La Lazio, quarta in campionato, è una delle due squadre, assieme all’Ambrosiana Inter, ad aver espugnato il campo di Firenze. Si presenta con Piola al centro dell’attacco e, sulla carta, è favorita sulla pericolante Fiorentina.

Il verdetto del campo va in tutt’altra direzione. I gigliati ripropongono, con Pasin al posto di Poggi II, la formazione impiegata contro il Milan(o). Confermato lo strano attacco con Morisco ala destra, la mezzala Celoria centravanti e Baldini, ottimo tiratore, interno sinistro. Meglio di così, per il reparto offensivo, non poteva andare: doppietta di Baldini, Morisco nuovamente in gol come contro i rossoneri, e rete di Celoria che, per sue caratteristiche, è un distributore di gioco e non un uomo di punta. Baldini impressiona tutti per la verve e la potenza del tiro, ma anche per la capacità di fare la cosa giusta quando ha il pallone tra i piedi.

La netta sconfitta viene spiegata con l’aggressività gigliata contrapposta alla scarsa intraprendenza del gioco d’attacco laziale, così da concedere ampio campo alla Fiorentina. Marcatori: 12’ Celoria, 31’ Vettraino, 35’ Baldini, 50’ Morisco, 78’ Baldini.

 

9 giugno 1940 semifinale Fiorentina – Juventus 3-0 (0-0)

A campionato finito, nel giorno in cui Fausto Coppi, il più giovane fra i ciclisti in gara, vince il suo primo Giro d’Italia, si gioca a Firenze la semifinale fra viola e bianconeri. La Fiorentina, ancora premiata dal sorteggio per il fattore campo, ha messo da parte le ansie che l’hanno attanagliata per tutto il campionato e … comincia a crederci. I bianconeri, con il campione del mondo Umberto Caligaris in panchina, sono arrivati terzi in serie A chiudendo il campionato in crescendo. In Coppa la Juventus ha eliminato la Biellese (0-3), sconfitto la Roma (3-1) e battuto il Brescia (3-0). 

“Scampata al pericolo della retrocessione, la Fiorentina ha continuato nella sua mirabile condotta nella Coppa Italia e dopo avere inflitto un 4-1 alla Lazio, s’è … ripetuta con uno squadrone ancora più solido, la Juventus, eliminandolo per un secco 3-0. Marcatori: 61’ e 77’ Celoria, 81’ Baldini. Con una simile condotta, i viola costituiranno un ben serio ostacolo per il Genova, altro finalista” (“Il Calcio Illustrato” n. 24/1940).

“La Fiorentina avrà a che fare col Genova nella finalissima. Sarà un confronto di grande interesse tecnico, ora che il Genova ha riadottato il sistema: un confronto, infatti, fra sistemisti, che nelle presenti condizioni non può avere un favorito, data la grande vitalità dei viola.

Osservatorio di Renzo De Vecchi (“Il calcio illustrato” n. 24/1940)

Il Calcio Illustrato n° 25 – 1940

 

16 giugno 1940 finale Coppa Italia Fiorentina – Genova 1893 1-0 (1-0)

Firenze era stata già sede della finale dell’edizione 1936-37 vinta dal Genova sulla Roma. La finale si gioca nella prima domenica di guerra, fatto, questo, che aumenta e non diminuisce l’importanza dell’avvenimento. Nello stesso giorno è convocato il direttorio federale all’hotel Excelsior di Firenze, proprio per decidere sulla gestione del calcio nazionale durante il conflitto. La finale di Coppa Italia viene preceduta da quella del campionato ragazzi fra Lazio e Torino – vincono i granata 3-0.

Il Calcio Illustrato n° 25 – 1940

 

LA COPPA ITALIA A FIRENZE

La Fiorentina ha completato la sua mirabile condotta in Coppa Italia, battendo di misura il Genova ed assegnandosi così l’ambito trofeo. Se i viola sono stati favoriti dal fatto di giocare nel loro Stadio, non è meno vero che è la prima volta che una squadra di primissimo piano riesce ad affermarsi nella tutt’altro che facile prova… Scampata in virtù del quoziente reti alla retrocessione, la Fiorentina ha vinto la V Coppa Italia, succedendo a quattro squadroni come il Torino, il Genova, la Juventus e l’Ambrosiana. È questa adunque la prima volta, in cinque anni, che la Coppa spetta ad una squadra che non va per la maggiore(Victor, “Il calcio illustrato” n. 25/1940).

La consegna della Coppa, alla presenza di Vittorio Pozzo, segna il punto d’arrivo della Fiorentina di Ridolfi: la squadra viola entra negli Albi d’Oro delle competizioni nazionali.

Queste le formazioni scese in campo per la finale

FIORENTINA: Griffanti; Da Costa, Piccardi; Ellena, Bigogno, Poggi II; Menti II, Morselli, Celoria, Baldini, Tagliasacchi.
GENOVA 1893: Ceresoli; Marchi, Borelli; Genta, Sardelli, Michelini; Neri, Arcari IV, Bertoni, Gabardo, Garibaldi.
ARBITRO Rinaldo Barlassina di Novara.
GOL: 26’ Celoria.

Digita una parola e premi invio per la ricerca