ZONA CESARINI/ 5
15 dicembre 2019
di Niccolò Russo
“Che cos’è il Bomber?
E’ opportunismo, intuizione, decisione e capacità di realizzazione.”
Mi perdonerà il buon Giorgio Perozzi se mi sono permesso di riprendere in parte una sua celebre massima enunciata nel film cult “Amici miei”.
D’altronde si sa, il popolo fiorentino è abituato a colorare vivacemente le proprie giornate a suon di battute ed emozioni calcistiche.
Quelle che solo i grandi talenti riescono ad offrire.
Diamanti preziosi che brillano di luce propria e viola.
Ragazzi che diventano improvvisamente eroi sotto il cielo di Viale Fanti ed il tifo incessante della Curva Fiesole.
Un destino che riguarda solo gli uomini capaci di coniugare talento e saggezza.
Doti appartenenti, senza ombra di dubbio, a Dusan Vlahovic: una delle intuizioni più felici di Pantaleo Corvino nel corso della sua pluriennale esperienza gigliata.
Un’idea talmente chiara e forte da spingere il D.S. di Vernole ad investire, nel Giugno 2017, una cifra vicina ai 2 milioni di euro per aggiudicarsi le prestazioni del centravanti serbo classe 2000.
Si, avete letto bene, 2000!
Un’operazione di mercato che assomiglia quasi ad una puntata azzardata alla roulette del casinò.
Tuttavia, sono ben due i motivi che spingono la proprietà viola ad avallare il trasferimento: in primis, la capacità rinomata del Corvo di saper fiutare in anticipo l’odore delle piante calcistiche più promettenti; in seconda istanza, la fiducia ad occhi chiusi concessa al ragazzo dal suo club di appartenenza: il Partizan di Belgrado. Una squadra che, a dispetto della propria ambizione, non ci ha pensato due volte ad offrire la pesantissima maglia numero 9 all’allora sedicenne Vlahovic.
Un attestato di stima ripagato da Dusan in termini di impegno ed entusiasmo.
Vi starete sicuramente chiedendo: ma i gol?
Tranquilli, ci sono anche quelli.
Uno in campionato e altri due segnati, rispettivamente, nella semifinale e nella finale della Coppa di Serbia edizione 2015-2016: trofeo conquistato, per l’appunto, dal coraggioso Partizan nel segno del suo centravanti prodigio.
Da qui, in pratica, nasce il feeling fenomenale tra Vlahovic e le coppe nazionali.
Ne sa qualcosa la formazione Primavera della Fiorentina: il primo “apprendistato” di Dusan in maglia gigliata.
Sotto la guida tecnica di Emiliano Bigica, la meglio gioventù viola si aggiudica la Coppa Italia 2018-2019.
Un traguardo reso possibile grazie alla straordinaria vena realizzativa di Vlahovic, autore di ben sei gol: tre di questi li realizza, addirittura, nella doppia finale contro il Torino, accaparrandosi di fatto il trofeo ed il titolo di capocannoniere!
Un biglietto da visita niente male per un autentico gioiello già battezzato, tra l’altro, nel magico mondo della serie A: vedi l’esordio lampo contro l’Inter nel tempio di San Siro (25 Settembre 2018) e la maglia da titolare indossata contro il Sassuolo a Reggio Emilia alle soglie dei 19 anni (9 Dicembre 2018).
L’universo di Dusan gira, quindi, ad una velocità supersonica nonostante l’immobilismo che lo circonda.
Per l’appunto, siamo arrivati ai titoli di coda dell’era Della Valle: i rapporti tra la proprietà e la tifoseria gigliata sono diventati, di fatto, irrecuperabili e non si può più andare avanti.
Il paradossale addio di Stefano Pioli alla panchina viola, il ritorno infelice di Vincenzo Montella, la semifinale di Coppa Italia persa contro l’Atalanta ed il tragico “spareggio” all’ultima di campionato contro il Genoa per evitare la retrocessione in serie B chiudono (nel peggiore dei modi) una storia lunga ben 17 anni.
Fortuna vuole che il calcio sia talmente bello e particolare da regalare emozioni sempre nuove e fuori da ogni logica.
Da una soffertissima salvezza all’entusiasmo più sfrenato il passo é davvero breve…e americano!
Il 6 Giugno 2019 Firenze abbraccia il suo nuovo Presidente Rocco Commisso e torna a sognare un grande futuro nei salotti buoni dell’Europa che conta.
Tanto per cominciare, Rocco decide di presentare la sua “nuova creatura” ai propri concittadini statunitensi attraverso la partecipazione della squadra all’International Champions Cup: un prestigioso torneo estivo che ci vede protagonisti insieme ad Arsenal, Benfica e Chivas Guadalajara.
I viola si presentano all’appuntamento in qualità di “cantiere aperto” e con qualche grattacapo di troppo.
Dopo aver annunciato il ritorno del Direttore Sportivo Daniele Pradè e la conferma di Vincenzo Montella come allenatore, Rocco concentra le proprie attenzioni sulla permanenza in maglia gigliata di Federico Chiesa, corteggiato a più riprese dalla storica rivale Juventus.
La questione, col passare dei giorni, diventa talmente intensa e coinvolgente da far dimenticare ai tifosi quasi tutto il resto, compresa la nostra tournée oltreoceano.
Il Presidente, invece, sembra non stare più nella pelle all’idea di poter conoscere sul campo i suoi ragazzi.
La Fiorentina, come da pronostico, fa suo il match contro i messicani del Chivas e perde le due sfide contro le blasonate Arsenal e Benfica.
Nonostante ciò, Rocco riesce a trovare lo stesso un motivo per sorridere… merito di un giovane centravanti che, a dispetto dell’età e di un’esperienza europea ancora acerba, si fa largo tra i possenti difensori inglesi e portoghesi con l’abilità tipica del predestinato, al punto da segnare addirittura un gol contro la leggendaria compagine lusitana del mito Eusebio.
Di chi sto parlando?
Come diciamo a Firenze: “Siamo alle solite”…sempre lui, Dusan Vlahovic!
L’ultima carta disperata giocata da Montella nel bollente (in tutti i sensi) 18 Agosto 2019.
Al Franchi si gioca Fiorentina-Monza per il terzo turno eliminatorio di Coppa Italia.
A dispetto delle due categorie di differenza a sfavore dei brianzoli, questi ultimi scendono in campo con il medesimo spirito guerriero del loro mister (nonché ex leone viola) Christian Brocchi.
Il gol di Brighenti intorno alla mezz’ora del primo tempo procura a tutti un brivido gelato all’altezza della schiena; una sensazione fastidiosa che si trascina, addirittura, per un’altra ora di gioco.
La Fiorentina si ritrova così ad un passo dalla clamorosa eliminazione anticipata dalla coppa nazionale.
Venti minuti di gioco sembrano insufficienti per imbastire una contromossa tattica adeguata: tanto vale ricorrere all’amuleto Dusan, no?
Detto fatto: Vlahovic entra in campo al posto di Benassi, dialoga con il talentuoso compagno di Primavera Tofol Montiel e ribalta i lombardi con una provvidenziale doppietta!
Il terzo gol viola di Federico Chiesa è utile solamente per le statistiche e per chi vive di calciomercato: la copertina, però, è tutta per il nostro “salvatore” serbo!
Vlahovic, però, non può più accontentarsi: la serie A, infatti, è lì a portata di mano, pronta per essere afferrata con tutta la forza e l’ambizione di questo mondo.
È il 10 Novembre 2019: la Fiorentina sta letteralmente affondando nel mare rossoblù di Cagliari…il parziale 5-0 in favore dei sardi, a venti minuti dal termine, sta sgretolando l’universo viola in mille pezzi; tra questi ultimi, si possono ritrovare anche i frammenti della panchina di Vincenzo Montella.
Una situazione talmente triste da rendere pressoché vana la ricerca di uno squarcio di luce in mezzo alle tenebre.
Salvare la faccia sembra ormai impossibile, ma il giovane Dusan non vuole partecipare in alcun modo alla disfatta collettiva; un primo missile rasoterra ed un secondo colpo da biliardo (sfornati entrambi col fatato piede mancino) valgono i suoi primi due centri nella massima serie a neanche 20 anni compiuti!
Un traguardo personale grandioso, non c’è che dire.
Ciò nonostante, non vi è traccia di gioia nell’espressione dell’attaccante serbo: per lui conta solo il risultato finale ottenuto dalla Viola.
Di conseguenza, bisogna rimboccarsi ancora di più le maniche e provare a risollevare le sorti di un gruppo in totale apnea.
La successiva conferma di Montella, per giunta, non provoca gli effetti sperati dal Presidente Commisso; difatti, la Fiorentina imbocca a tutta velocità un tunnel spaventoso, rimediando altre tre sconfitte consecutive contro: Verona (0-1 al Bentegodi), Lecce (0-1 al Franchi con tanto di infortunio pesante alla stella Ribery) e Torino (1-2 in terra granata).
Avversari rispettabili ma tutt’altro che impossibili.
Ecco perché il turno successivo di A trasmette ancora più paura.
Domenica 15 Dicembre 2019: allo stadio Artemio Franchi si gioca, in posticipo, un Fiorentina-Inter agghiacciante sotto ogni punto di vista.
Se i nerazzurri di Antonio Conte viaggiano in prima classe in testa al campionato, noi siamo costretti a muoverci ancora a piedi e con le scarpe semirotte.
Vincenzo Montella si ritrova, dunque, a dover salvare il proprio destino nel match più complicato in assoluto; per riuscirci, decide di proporre il solito 3-5-2 super abbottonato, con due esterni di centrocampo molto difensivi (Lirola più l’ex di turno Dalbert) ed un reparto avanzato “sui generis” formato da un attaccante esterno (Chiesa) ed un trequartista riadattato per l’esigenza (Boateng).
Se aggiungiamo a tutto ciò l’assenza forzata di Franck Ribery, diventa impossibile partecipare al grande appuntamento col sorriso spensierato sulle labbra.
In situazioni così delicate, poi, non è nemmeno possibile fidarsi dei propri amici…non sono passati neanche 10 minuti di partita e siamo già sotto di un gol: la firma è del nostro vecchio idolo Borja Valero.
L’ex “Sindaco” fiorentino che ha deciso di correre alle primarie della Milano interista.
Il fatto che il todocampista spagnolo non esulti in segno di rispetto verso la Curva Fiesole cambia poco lo stato della faccenda.
La risalita dei gigliati, adesso, appare dura quanto la temibile tappa del Monte Zoncolan al Giro d’Italia.
L’Inter, invece, può portare avanti il match percorrendo il binario a lei preferito: quello del contropiede.
L’intesa quasi perfetta tra Romelu Lukaku e Lautaro Martinez è un’autentica bomba ad orologeria in grado di far esplodere la difesa viola: solamente l’intervento del VAR (gol annullato ai nerazzurri) ed un Dragowski in versione Toldo (almeno due i miracoli del portiere polacco) ci permettono di rimanere ancora in corsa.
Tuttavia, la sensazione generale è che non ci sia più margine di recupero: il gap tecnico tra il nostro “cantiere ancora aperto” e la collaudata capolista è davvero troppo grande per sperare in chissà cosa.
A conferma ulteriore di quanto sopra, chiedete pure a Montella cosa ne pensa del miracolo di Handanovic su Badelj e dell’infortunio di Chiesa intorno all’ora di gioco; probabilmente, vi metterà già per iscritto la parola “fine” sulla sua seconda avventura a Firenze.
Ah, quasi dimenticavo: al posto di Federico è entrato in campo Dusan
.Una scelta pressoché obbligata, ma anche un po’ scaramantica.
In fondo, il serbo ha già “salvato” una volta il suo allenatore nella complicatissima sfida di Coppa Italia contro il Monza (altra formazione lombarda)…perché, allora, non rigiocare la stessa carta?
Fatto sta che Vlahovic, di palloni, ne tocca pochi o punti: colpa della forza nerazzurra e di una macchina gigliata perennemente bloccata dal timore.
Siamo arrivati in pieno recupero: non ancora sazia del tutto, l’Inter decide di optare per la ricerca del raddoppio…Politano scatta dalla fascia destra e prova ad accentrarsi per concludere l’azione col sinistro…i difensori viola fanno muro e deviano il pallone verso la linea laterale…il nostro esterno sinistro Dalbert scaglia, allora, un potente mancino in avanti nella speranza di impattare il piede di Boateng…velo improvvisato del ghanese e sfera che finisce sui piedi di Vlahovic, il quale ha più di 50 metri di campo davanti a sé ed il gigantesco Skriniar a fargli da ombra…la situazione è sconfortante, ma il serbo non ne vuole sapere di mollare quel benedetto pallone…Dusan vola dritto per dritto verso la Fiesole con addosso il fiato del suo marcatore…la sua corsa è talmente intensa da seminare pure il nostro numero 10 Kevin Prince…Vlahovic ormai è rimasto solo…Skriniar se ne accorge e decide di non intervenire, contando sull’inesperienza del “ragazzino” e sulla posizione defilata raggiunta a fatica da quest’ultimo dentro l’area di rigore interista…Dusan osserva lo spazio concesso e pensa: “Ora o mai più”…anzi, non ci pensa proprio…sinistro-missile ad incrociare il secondo palo, Handanovic pietrificato e rete gonfiata per la più bella delle “bombe nell’aria”…Fiorentina-Inter 1-1!
Vlahovic osserva la scena, porta gli indici agli orecchi e si gode al massimo l’ingorgo sonoro di un Franchi letteralmente esploso: é il suo primo gol segnato in serie A davanti al popolo viola e, per di più, contro una big del nostro calcio.
L’aplomb abitudinario di Vincenzo Montella lascia il posto alla gioia sfrenata di chi è appena riuscito a trovare il guizzo salva-panchina.
Un sorriso oramai insperato a cui faranno seguito: l’esonero del tecnico campano, l’arrivo del “guerriero” Beppe Iachini ed una salvezza sofferta in piena pandemia da Covid.